mercoledì 15 febbraio 2017

Testimonianza di una mamma

Salve lettore, insieme ad altri genitori, si era pensato di dare voce ai genitori che sono contro l'obbligo vaccinale e di pubblicare le loro storie, anche in forma anonima, per cercare di far riflettere tutti quanti su ciò che sta accadendo nella quotidianità di molti genitori e non solo.
Ringraziamo Sara per la sua testimonianza molto toccante.

Ciao, mi chiamo Sara, sono una mamma, e ho scelto, insieme a mio marito, di non vaccinare, almeno per ora, le mie bambine.
Quattro anni fa se mi avessero detto che avrei preso questa scelta, mi sarei messa a ridere. Non mi ero mai posta questo problema, anche se qualche dubbio mi venne quando, per il viaggio di nozze in Africa, mi fecero fare vari vaccini e rifiutai la profilassi per la malaria (solo consigliata) poiché mi dissero che non faceva male ma sarebbe stato bene non rimanere incinta di lì a sei mesi. Già qualche domanda mi era sorta ma sorvolai.Conoscevo una mamma che non aveva vaccinato, questa persona godeva e gode di grande stima da parte mia e non capivo come mai di una decisione cosi stramba, pensavo, e parlando con lei mi incuriosii.Cominciai già dalla gravidanza ad informarmi e chiesi al medico di base che ovviamente mi rassicurò verso la bontà dell'atto sanitario. Comprai libri, anche del parere opposto, perché i pro da sempre li sentiamo e ovunque li troviamo nel parere comune. Volevo approfondire ciò che mi era ignoto.Alla 28 esima settimana di gravidanza mi fecero fare una immunoprofilassi per via del mio gruppo 0 negativo, per non creare problemi alla bambina durante la nascita e per proteggere un futuro prossimo figlio, essendo il padre A positivo. Questa ha lo stesso funzionamento di un vaccino, solo che diretto contro una componente del sangue invece che contro virus o batteri.In quell'occasione dovetti firmare il consenso per farmi iniettare plasma umano geneticamente modificato, che avrebbe potuto creare al feto problemi come: epatite, problemi neurologici e una trafila di complicanze ugualmente pesanti. Mi tremava il braccio e non firmai in attesa di avere il colloquio col medico che mi avrebbe dovuto fare l'iniezione. Shockata fissavo quel foglio pensando "ho un figlio sano in grembo, non voglio rovinarlo con le mie mani". Affianco a me un'altra gestante che condivide le mie paure e parlando mi confessa di lavorare in quello stesso ospedale, nel reparto di neurologia ed epilessia e mi disse "non sai quanti bambini riportano danni gravi da vaccino ma non lo diranno mai". Una volta entrata nell'ambulatorio ed espresse le mie paure al medico, fui liquidata piuttosto frettolosamente con un "insomma se legge ogni cosa non prenderebbe nemmeno la tachipirina. Se le diciamo di farlo significa che è meglio cosi". Firmai con la mano tremante e stetti i restanti mesi in ansia. Alla seconda gravidanza infatti la feci nelle 72 ore post parto e non alla 28 esima settimana, questa possibilità non mi fu detta la prima volta e andai sulla fiducia.Intanto oltre ai libri letti assieme a mio marito, che coinvolsi nei miei dubbi e nelle mie paure, andammo ad un paio di convegni di medici, fatti da medici che invitavano a riflettere e ad effettuare la pratica vaccinale con criterio e coi dovuti tempi poiché si sarebbero potuti creare danni al sistema immunitario immaturo di un neonato e sinceramente trovavamo logico il loro ragionamento.Una volta nata la mia bambina mi arrivò in un lampo a casa la lettera di convocazione per le vaccinazioni con relativo calendario vaccinale.Esponendo i dubbi anche a mia madre, lei mi confidò che a suo tempo anche lei fu combattuta e mi fece fare solo gli obbligatori. Una cugina di mia madre (50 anni or sono) rimase vegetale a seguito di un vaccino e diedero la colpa al fatto che aveva la febbre ma nessun medico poi glielo mise nero su bianco e la famiglia si rovinò per accudirla decentemente sino alla precoce morte.Mia mamma mi esortò a fare solo le obbligatorie ma la paura in noi cresceva, il senso di oppressione che avevo quando dovetti firmare con la penna che tremava quel foglio - "avevo una figlia sana non volevo danneggiarla".Andammo allora al centro vaccinale per chiarimenti e mi inviarono materiale informativo via mail. Il loro stesso materiale riportava un grafico in cui si evinceva che negli ultimi 10 anni i danni da vaccino erano in aumento e mi dissero che erano cose di poco conto tipo febbri. Cercai i bugiardini di alcuni dei vaccini e non li trovai. Andammo al colloquio con la responsabile della ASL e nelle notti precedenti non dormivamo dall'ansia "se non vaccino e si ammala? non me lo perdono. Se la vaccino e rimane offesa? Nemmeno". Al colloquio siamo stati trattati come pezzenti dopo la domanda "che lavoro fate" e dopo una mezz'ora di discussione dove riportavamo dubbi dicendo che non potevamo firmare un foglio dove dichiaravamo che nostra figlia non fosse allergica agli eccipienti del vaccino poiché non sapevamo cosa contenesse e perché aveva solo 3 mesi. Dopo aver detto che, come avevamo letto, ognuno di noi ha una risposta immunitaria diversa proprio perché siamo diversi, la dottoressa ci fece firmare il dissenso informato in malo modo, dicendoci di continuare a fare il nostro lavoro che lei avrebbe fatto il suo. Peccato poi che la stessa dottoressa una settimana dopo, a una coppia di nostri amici che avevano gli stessi dubbi, ma erano due ingegneri, come il marito e il figlio della spettabile dottoressa (a suo dire), sapendo che poi sarebbero partiti per l'Australia ha detto loro che facevano bene.
Una volta firmato il dissenso abbiamo continuato ad informarci sulle incidenze di polio o differite.  Abbiamo convenuto sul pensare alla tetanica più avanti e all'epatite b a 10 anni di vita non a 3 mesi, come poi fecero a molti di noi nel 92.Iscrissi mia figlia al nido e ha sempre goduto di ottima salute. E' rimasta indenne a varie epidemie di varicella, sesta malattia, mani bocca piedi ecc.Il nostro amore per lei ci ha portato a desiderare di volerle dare una sorellina ed essere genitori ci ha realizzato come nulla prima, cosi rimasi incinta nuovamente. Ad un mese dalla gravidanza si cominciò a sentir parlare di obblighi vaccinali e di nuovo l'incubo.Il pensiero di dover inoculare sostanze pericolose nell'organismo della mia futura bimba. Di nuovo ricerche e convegni, colloqui con la stessa pediatra e bugiardini!!! Finalmente trovo i bugiardini dove c'è ben scritto ciò che già sapevo, quindi la presenza di sostanze tossiche quali formaldeide, sali di alluminio, thunstilene, ecc.Allora non ci vuole un medico per capire che queste sostanze non fanno bene soprattutto nell'organismo di un neonato. In più, di casi di danni da vaccino si sente sempre più spesso parlare e un paio almeno li conosciamo tutti, mentre non conosco nemmeno una persona che negli ultimi 30 anni abbia avuto un danno da polio o difterite (solo il bimbo in Spagna nel 2015, provocato anche da altri fattori come errori medici che non l'hanno riconosciuta e incidenti diplomatici per il trasporto del siero dalla Russia, assente nonostante la legge da altri paesi).Il vaccino per la meningite da meningococco non è per ora obbligatoria e la sua incidenza è di 1 su 60mila.Ed i danni che molte volte nemmeno segnalati dai medici, nonostante le recenti leggi in merito, e non fanno statistica?Sinceramente noi abbiamo paura e a un organismo così piccolo non faremo nulla. Stiamo valutando adesso di fare qualcosa probabilmente alla grande ma con grande cognizione di causa e dopo aver fatto accurati esami ma non a 3 mesi e nemmeno prima dei 3 anni.Se il ricatto è tenerla a casa dal nido ben vengano i nonni. Non vaccino per ricatto ma con criterio. Non siamo contro i vaccini ma devono essere personalizzati e fatti con criterio a tempo debito. Per carità ci sarà sempre chi è scottato da una parte, che ha avuto il figlio ammalato e rispetto il loro dolore ma gli stessi genitori dovrebbero rispettare il dolore di chi ha figli tetraplegici a causa di un vaccino. Devono capire che un farmaco può non andare bene per tutti e che la scelta è un diritto sacrosanto del singolo e con questo nessuno sarà mai tranquillo né con una scelta né con l'altra ma non credo sinceramente che le mie figlie sane possano essere un pericolo per la sanità pubblica se non per la loro persona.L'obbligo non è una soluzione e l'odio e la mancanza di empatia, i litigi sulle pagine Facebook sono lo specchio di una società malata in cerca continua della caccia alle streghe, di pretesti per sfogare il proprio odio, la propria rabbia ma non lamentiamoci se i figli diventano bulli o aggressivi, perché sono lo specchio delle nostre azioni. Questo è quello che stiamo consegnando: un mondo con zero tolleranza.

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